giovedì 5 marzo 2009

Primo intervento a caldo

L'incontro con l'architetto Botta al cinema Moderno, ben lontano dall'essere esaustivo, si interrompe alle 19,20, frettolosamente. Mentre il Comitato sta ancora discutendo su cosa e come pubblicare sul blog, riceviamo alle 22.10 una mail da parte di una nostra concittadina, una delle prime aderenti al Comitato.
L'oggetto è: INNAMORATA DISPERATA. Diamo il doveroso spazio:

BOTTIAMOLO VIA!
Sono veramente inorridita. Ne ho visti tanti di errori commessi dalle “nostre” (di cittadino e della sinistra) amministrazioni negli ultimi decenni, ma li ho sempre considerati dei peccati veniali e rimediabili. Ma questa svolta autoritaria del nuovo sviluppo urbano, davvero non me l’aspettavo.
Questo “costruttivismo” implacabile che se ne frega del demos stride coi tempi di crisi nei quali anche i grandi della terra ripensano ai modelli di sviluppo. Berlusconi è dirigista e non consulta il parlamento, Berlusconi fa le leggi ad personam, i nostri “compagni” amministratori non consultano il popolo, tentano di bypassare con escamotage degni di Ghedini leggi regionali ed europee (VAS).
Hanno quest’incontinenza di cemento, forse che sotto quegli archi freddi e squadrati da ventennio fascista dovranno passare per una data precisa Hitler o Stalin?
L’architetto Botta al Moderno ha svelato di non essere un urbanista, ha sempre parlato di forme e mai di comunità umane, a noi sarzanesi serve un urbanista, ma serve soprattutto qualcuno che ci conosca, ci rispetti e ci ami. Lo invito a trasferirsi nella “Sarzana città ospitale” (spero non sia solo uno slogan commerciale) a vivere slow, crescere slow, costruire slow e invecchiare slow.
Il “Portare la campagna in città” da lui così disprezzato, e anche dall' “architetta” gratificata dal suo bacio, è un atto di amore e di armonica integrazione, è un rispettoso e riconoscente tributo ai nostri avi, è una vocazione per il nostro territorio. C’è una nobile cultura contadina a Sarzana, che ha contribuito per secoli allo sviluppo economico, che ha prodotto delle eccellenze, che non è mai stata emarginata ma complementare alla città. Noi non “veneriamo le vestigia del passato”noi viviamo le nostre strade, piazze, case con amore e riconoscenza per i nostri progenitori che le hanno costruite. Noi siamo figli di quel popolo che ha voluto un palazzo civico dove esprimere la propria emancipazione e si è sacrificato per erigere le chiese come atto di amore condiviso.
Nella città in scatola di Botta non ci sono luoghi di culto (chiese moschee o pagode) non ci sono piazze nelle quali confluisce il popolo da vie e vicoli, non ci sono centri di aggregazione sociale ma commerciale, non c’è un bene comune ma spazi pubblici alteri e distaccati.
E tutto il bello che non riusciamo a vivere il verde adiacente alla città e irraggiungibile: Villa Ollandini, i fossati, la montata al Forte di Sarzanello, I Bozi di Saudino, il lungo canale Lunense (dal centro a Nave a piedi in 5 minuti), il Parco Fluviale ancor più fratturato dal nuovo progetto. Per tutto ciò verremo ripagati con quadrati di erba riportata intorno a palazzi più alti di San Siro.
Per amore vi chiedo cari concittadini “BOTTIAMOLO VIA!”. Per amore dei nostri ragazzi, dei nostri anziani e anche dei nostri animali.
Se poi è un problema di soldi sono disposta a pagare di tasca mia, ad andare a chiedere l’elemosina in rete a tutto il mondo, purché questo scempio non sia compiuto, purché non siano svendute la nostra storia e la nostra identità.

Con disperato amore

M.C.

5 commenti:

  1. Mi sembra che questo intervento, così come molte critiche di ieri, sbagli mira e bersaglio. Non si possono contestare a Botta volumi e funzioni. Sono già stabiliti nel PRG e nel Piano Particolareggiato approvati molti anni fa. Ora è il momento di scegliere tra il Piano Piarulli e il Piano Botta. A me appare evidente che quest'ultimo proponga "centri di aggregazione sociale" e "piazze nelle quali confluisce il popolo" ben distribuiti che, piuttosto, mi sembrano assenti nel Piano Piarulli, formato unicamente da viali alberati e segni visibili solo da piccioni attenti (vedi il viale curvo che da via Muccini porta all'area dell'ex mercato).
    Piuttosto la nostra/vostra preoccupazione dovrebbe ricadere sulla sistemazione di Piazza Martiri e il suo cono prospettico su una palma (ma perchè!?!) e/o una banca.
    Ps Trovo la definizione "architetta velina" non appropriata e denigratoria.
    M.C. (Matteo Cecchini)

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  2. Credo proprio che questo volersi attaccare ai simboli del passato non porti da nessuna parte, mi dispiace contraddire molti, ma Botta ha ragione quando dice che ogni epoca lascia tracce nelle nostre città, e questa è la vera ricchezza, altrimenti ci saremmo fermati al medioevo senza costruire più niente. Esistono le chiese del X secolo, palazzi del XV e del XX. Esistono anche i palazzi del fascio, simbolo di un'epoca piuttosto buia. I giovani che nasceranno con la torre di Botta fra 60 anni la riconosceranno come un simbolo della loro città e la vedranno proprio come ora voi siete così attaccati al vostro passato e agli edifici di un certo stile. Anche quella torre entrerà a far parte del patrimonio storico della città di Sarzana. Sarzana ha di fronte una grande opportunità, oltre ai posti di lavoro (contando anche l'indotto) che si verrebbero a creare in un periodo non certo favorevole, l'opportunità di crescere culturalmente, socialmente. Non si deve aver paura del nuovo e del diverso, è così che si creano nuove opportunità. Molti potrebbero arrivare a Sarzana per vedere la torre di Botta e scoprire anche un grande patrimonio storico e culturale di cui la stessa torre farà parte in futuro. FB

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  3. "ogni epoca lascia tracce nelle nostre città"

    tu e Botta potreste aggiungere: nell'immortalità dell'onnipotenza dell'uomo.

    Troverei il concetto più preciso.

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  4. Laura Lazzarini replica a "Non si possono contestare a Botta volumi e funzioni. Sono già stabiliti nel PRG e nel Piano Particolareggiato approvati molti anni fa. Ora è il momento di scegliere tra il Piano Piarulli e il Piano Botta": nè Piarulli, nè Botta! Fermiamoci e Ripensiam alla città.
    Il Comitato replica a "Trovo la definizione "architetta velina" non appropriata": sono convinta della buona fede dell'architetto Cozzani, che qui si trova a subire uno sfogo forse a causa del simpatico show del bacio da parte dell'Architetto Botta.

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  5. Noto una serie di commenti siglati, cioè anonimi. Un vero peccato perché in democrazia la manifestazione del pensiero, il confronto di idee sono dei requisiti essenziali. Ma le idee hanno dietro una persona di per sé portatrice di valori. Allora perché nasconderla?
    Nel merito vorrei sottolineare che, se è vero che non si possono imputare a Botta le volumetrie eccessive, come sostiene Cecchini, è altrettanto vero che un terrazzo scoperto non è lo stesso volume e impatto visivo di una loggia. In secondo luogo l'alternativa non tra il piano Botta e il Piano Piarulli. La questione è: ha senso incidere con una variante limitata un PRG che da un anno è in regime di revisione? Oppure sarebbe il caso di rivedere complessivamente i problemi, tenendo conto questa volta della vivibilità, delle nuove frontiere ambientali, della salute dei cittadini, del risparmio energetico?

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