mercoledì 24 giugno 2009

Nota di Silvia Montefoschi, psicanalista junghiana

La qualità dello stile di vita di Sarzana

deve rispecchiarsi nella struttura urbana

Silvia Montefoschi, medico e psicoanalista di formazione junghiana, autrice di numerosi volumi editi da Feltrinelli, Garzanti, Cortina e Bertani, membro fondatore dell'Associazione italiana di psicologia analitica, è approdata a Sarzana nel 2003 dopo aver svolto la sua attività tra Milano, Genova e Torino. Ci propone alcune riflessioni sulla struttura urbanistica e architettonica della nostra cittadina e sulla loro corrispondenza con la struttura sociale, le abitudini relazionali e lo stile di vita dei suoi cittadini. Stile di vita che è sicuramente di qualità superiore rispetto a quello convulso e anonimo delle grandi città e che cattura e affascina anche chi, come lei, era arrivata col pregiudizio negativo dei limiti del piccolo centro di provincia. Tutto ciò che lei descrive, e che costituisce la storia e la identità di Sarzana, noi vorremmo difendere opponendoci al progetto Botta che altro non ci sembra se non una applicazione di modelli già pensati e realizzati per grandi centri urbani. Lo stesso Botta, in più di una occasione pubblica, ha ribadito che il vero committente di un architetto è la storia della città, ma non ci sembra che in questo caso sia stato coerente con questo principio.


Leggere QUI il contributo.

Nessun commento:

Posta un commento