Sul sito Con. Net. del Comune, riservato alle consulte e alle associazioni di Sarzana, la Consulta del Centro storico ha pubblicato il testo dell'intervista di Natalia Aspesi a Mario Botta, come contributo alla conoscenza del pensiero dell'architetto ticinese". Si tratta di una lunga intervista rilasciata da Botta nel 2003 dal titolo particolarmente significativo: "Ora basta con le città verticali".
L'architetto di Mendrisio enuncia concetti importanti sul significato dell'abitare e dell'edificare.
Un passaggio sollecita più di una riflessione: «Costruire in altezza oggi non è più funzionale, è una forzatura se non lo impone la forma del terreno ad isolati come a Manhattan: perché comunque hai bisogno di spazi enormi per creare attorno al grattacielo quei giardini, quei vuoti, che li rendano umani».
Botta rivendica «il primato di una condizione dell'habitat radicata alla geografia, alla storia e alla cultura, ove l'uomo oltre a prendersi cura di sé, cerca le proprie radici e consolida le proprie tradizioni».
E invita all'impegno civile: «Dopo un lungo periodo di disinteresse dei cittadini verso le trasformazioni nella loro città, ben venga la protesta, l'attenzione per i valori simbolici delle istituzioni in cui tornano a identificarsi».
L'intervista integrale
L'architetto di Mendrisio enuncia concetti importanti sul significato dell'abitare e dell'edificare.
Un passaggio sollecita più di una riflessione: «Costruire in altezza oggi non è più funzionale, è una forzatura se non lo impone la forma del terreno ad isolati come a Manhattan: perché comunque hai bisogno di spazi enormi per creare attorno al grattacielo quei giardini, quei vuoti, che li rendano umani».
Botta rivendica «il primato di una condizione dell'habitat radicata alla geografia, alla storia e alla cultura, ove l'uomo oltre a prendersi cura di sé, cerca le proprie radici e consolida le proprie tradizioni».
E invita all'impegno civile: «Dopo un lungo periodo di disinteresse dei cittadini verso le trasformazioni nella loro città, ben venga la protesta, l'attenzione per i valori simbolici delle istituzioni in cui tornano a identificarsi».
L'intervista integrale
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